8 maggio 2005

HM Arona – Castellazzo 0-1
Marcatore: Anselmi su rigore 25’ pt.
HM Arona: Martina; Gozzini, Licht; Guffanti, Banfi, Frattini; Badà (dal 14’ st Pieragostini), Carnero (dal 27’ st Mascarello), Gagliano, Casiraghi, Cittadino (dal 36’ st Bruno). All. Turconi.
Castellazzo: Graci; Cavalli, Ruggiero; Parente, Di Tullio, Schiavon; Porfido, Minetto, Acampora (dal 35’ st Rama), Mossetti, Anselmi (dal 23’ st Andric). All. Fasce.
Arbitro: Iacobone di Nichelino.

In tutti i bar davano Milan-Juve, il lungolago era pieno di sole e di belle ragazze, ma quaranta irriducibili con striscioni e fumogeni neroverdi sono venuti da Castellazzo Bormida per festeggiare la salvezza della loro squadra. Ed è stato bello, in uno stadio dove da troppo tempo non risuonano grida di entusiasmo. La partita no, è stata brutta: troppo teso e contratto il Castellazzo, che doveva vincere assolutamente, dignitosa e corretta nell’impegno la rassegnata Arona, che schierava due esordienti ed altri due ne ha inseriti poi, ed ha raggiunto il record di 13 sconfitte nel girone di ritorno. Il Castellazzo dall’attacco quasi atomico aveva fatto gol a tutti tranne che all’Arona e doveva riscattare la sconfitta dell’andata. Con una certa fatica, ce l’ha fatta.
Dopo un gol annullato per fuorigioco ad Anselmi al 5’ e un tiro di Parente fuori di poco, al 24’ l’ottimo Minetto rubava palla e lanciava Acampora, atterrato in area dal ruvido Guffanti. Rigore trasformato con sicurezza da Anselmi. Un colpo di testa di Anselmi ed uno sull’altro fronte di Cittadino, parati entrambi, erano tutto quanto offriva il primo tempo. Un po’ più vivace la ripresa: il Castellazzo si ritirava troppo e troppo presto a difendere il vantaggio e confermava i limiti tecnici che la classifica denuncia. Si rendeva pericoloso in tre o quattro occasioni (deviazione di Martina su diagonale di Acampora, tiri imprecisi di Mossetti e Andric da buona posizione), ma rischiava qualcosa su due punizioni dal limite di Casiraghi e Gagliano, che costringevano Graci ad altrettante difficili deviazioni in angolo. Erano le ultime emozioni, poi i giocatori alessandrini potevano correre sotto la tribuna a festeggiare.