Stresa, 26 marzo 2000

Stresa - HM Arona 1-1
Marcatori: Di Pierro al 53’, Silvestri al 64’.
HM Arona: Ragazzoni; Viaggiano, Silvestri (dal 91’ Ponzio); Carrea, Donati, Gioria; Barbieri (dall’85’ Albertin), Viganotti, Guidi, Borroni, Manai (dall’81’ Brovelli). All. Fabris.
Stresa: Cavazzana; Terminione, Bettini; Brunati, Lomazzi, Falcetti; Bona (dal 77’ Prini), Velsanto, Lego, Di Pierro, Brizio (dal 70’ Moriz). All. Valsesia.
Arbitro: Castano di Novara.

Con le unghie e coi denti, con un certo affanno e un po’ di fortuna l’Arona strappa un punto allo Stresa. Un pareggio piccolo piccolo, ma un grande passo verso il traguardo finale. Due bellissimi gol e un incredibile “salvataggio” sulla linea di porta di Di Pierro che negava il gol al compagno Moriz sono stati gli episodi decisivi di una partita più combattuta che giocata, pur con molta correttezza (solo un ammonito per parte), sul terreno allentato e fangoso del comunale di Meina.
Il primo tempo è stato piuttosto povero di emozioni: per lo Stresa una girata dal limite sopra la traversa e una deviazione ravvicinata ma sfortunata di Brizio, due belle conclusioni di Di Pierro (di testa al 31’, di destro al 42’) che costringevano l’attento Ragazzoni ad altrettante difficili parate, sull’altro fronte solo una punizione di Borroni deviata dalla barriera, con rischio di autogol, e conclusioni deboli di Manai, Gioria e Barbieri.
Nella ripresa erano gli uomini di Valsesia, oggi in biancorosso, che cercavano di forzare i tempi e andavano per primi in vantaggio al 53’, grazie a una prodezza di Di Pierro, che resta forse l’attaccante tecnicamente migliore del girone: su servizio volante di Lego, il bomber stresiano dal limite dell’area, con un imprendibile diagonale di sinistro, pescava l’angolo lontano. L’Arona non pareva avere molte armi per replicare, ma aveva la fortuna di trovare quasi subito il pareggio: Borroni era svelto a battere una punizione dalla propria metà campo, con gli avversari sbilanciati in avanti, e pescava Silvestri che si era proiettato prontamente in avanti: il sinistro al volo del laterale azzurro era un eurogol che non dava scampo a Cavazzana. Al 72’ l’altro, clamoroso episodio che poteva decidere la partita: Lomazzi batteva una punizione da una trentina di metri: gran botta che si stampava sul palo alla destra di Ragazzoni e finiva sui piedi di Moriz, pronto a battere a rete a colpo sicuro. Sulla linea, a portiere battutissimo, si trovava Di Pierro, che respingeva il tiro del compagno. Da questo momento su entrambi i fronti la stanchezza e la prudenza finivano per prevalere e non si verificavano più azioni da gol.

In complesso è piaciuto di più lo Stresa, che è forse il complesso più in forma del momento, non a caso al decimo risultato utile consecutivo e con soli cinque gol al passivo nel girone di ritorno. Squadra esperta, anzi piuttosto stagionata, atleticamente più prestante dell’Arona odierna e perciò più adatta al terreno pesante, ha corso ben pochi rischi con una difesa decisa e attenta, intorno al buon libero Falcetti, un centrocampo concreto e sbrigativo che con le aperture di Lomazzi e i mattoncini di Lego pressa sempre e costruisce appena può, un attacco che ha in Di Pierro una punta dai piedi buoni e sempre insidiosa (anche se quest’anno su azione ha segnato poco), sostenuta dal movimento e dagli inserimenti dei vari Brizio, Bona e Moriz.
L’Arona, al di là delle assenze anche pesanti (Bortoletto, Bizzarro, Catania), da un po’ di tempo non è più quella che ha ammazzato il campionato e stavolta ha fatto molta, troppa fatica a far girare la palla e ad aggredire gli spazi, contro un avversario che non dà mai tempo di respirare. Sempre decisivo Ragazzoni, sicuro Carrea anche come libero, solito gran lavoratore Viganotti, ma le note positive finiscono qui. Difensori a volte presi in velocità, scarsa la spinta sulle fasce, a disagio Guidi in mezzo al campo, troppo isolato Manai, che non è giocatore che possa reggere da solo il peso dell’attacco. Il gran gol pescato da Silvestri, la determinazione che non è mai mancata, una certa crescita nel finale sono comunque elementi positivi e sono bastati a conquistare il prezioso pareggio.